Vodka
Acquavite che può essere ottenuta dalla distillazione di qualsiasi sostanza che presenti amidi o zuccheri. Generalmente si utilizza, però, una base di cereali o di fecola e polpa di patata. È considerata la bevanda alcolica tradizionale nazionale di Russia e Polonia, nella quale il tasso ideale di alcool presente dovrebbe essere del 38%, come indicato dal chimico russo Dmitri Mendeleev. La Vodka oggi è la bevanda alcolica più popolare al mondo, ne esistono un’infinità di marche: si pensi che solo la Polonia produce più di mille differenti qualità di Vodka. Il consumo maggiore si registra nei paesi dell’Est e in quelli nordici, dove la Vodka possiede una tradizione che si perde nei secoli, e negli USA e nell’Europa occidentale, dove la sua diffusione su larga scala ha invece origini relativamente recenti. La parola "Vodka" deriva dalla contrazione della parola "водичка" [vodichka] che, nelle lingue slave, corrisponde all'italiano "acquetta". La prima apparizione scritta di questa parola si registra in Polonia nel 1405 in un documento del Voivodato di Sandomierz, unità di divisione amministrativa e governo locale del Regno di Polonia dal XIV secolo fino alla spartizione della Polonia del 1772-1795 tra l’Impero Russo, il Regno di Prussia e il Regno degli Asburgo d’Austria: con il nome di "acquetta" si volle p2016/02bilmente indicare eufemisticamente un distillato leggero e pulito nel gusto ma non certo nel volume alcolico. La Vodka viene anche chiamata, nelle località dove si presume sia nata, con parole la cui radice significa "bruciare": in Bielorusso “Гарэлка” [Garelka]; in Polacco “gorzałka”; in Ucraino “Горілка” [Gorilka]. Nel 1520 nella sola Danzica, in Polonia, operavano già una sessantina di distillerie ufficiali, senza contare quelle clandestine. In Russia, invece, un primo documento relativo alla Vodka risale al 1649 quando lo Zar Alessio promulgò un codice imperiale per regolarne la produzione autorizzando i nobili proprietari terrieri a detenere un alambicco per piccole produzioni di consumo privato. Nel 1533 il nome Vodka apparve su una ricetta medica portata dalla Polonia in Russia da un mercante proveniente dalle zone dell'antica Rus' di Kiev, uno stato medievale monarchico sorto verso la fine del IX secolo su un territorio dove oggi vi sono l’Ucraina, la Russia occidentale, la Bielorussia, la Polonia, la Lituania, la Lettonia e l’Estonia orientale, considerato il più antico stato organizzato slavo-orientale, del quale Kiev fu a lungo la capitale. Solo l’8 giugno 1751, però, in un decreto emanato dall'imperatrice Caterina I che regolava la proprietà di alcune distillerie, il termine Vodka fu scritto attribuendogli il significato moderno. In Occidente la Vodka divenne popolare dapprima negli USA dove, nel 1930, Vladimir Smirnoff prese contatti con Rudolph Kunett, un russo emigrato nel 1920 la cui famiglia era stata fornitrice di alcolici per Smirnoff prima della rivoluzione d’ottobre 1917, per organizzare la vendita di vodka nel Nord America. Nel 1938 Kunett, non avendo più i fondi necessari per portare avanti l’operazione che non sembrava redditizia come la si era pensata, vendette i diritti della Smirnoff da lui acquisiti a John G. Martin, presidente della Heublein, una piccola fabbrica di liquori americana. Fu proprio il proprietario della Heublein a conferire alla Vodka l’immagine caratteristica che conserva ancora oggi. Il colpo di genio imprenditoriale di Martin fu, infatti, quello di mettere in commercio un distillato neutro che ben si prestasse a essere miscelato con altri ingredienti discostandosi nettamente dalla tradizionale bevanda russa, dal carattere pieno, servita liscia e ghiacciata come accompagnamento al cibo. La pubblicità del prodotto enfatizzava, infatti, l’enorme versatilità di questa bevanda dal gusto pulito e raffinato, in stridente contrasto con i più forti e corposi Bourbon, Gin e Whiskey. L’idea di un distillato puro e sofisticato in grado di dare forza ai succhi e alle bibite gassate o d’infondere vivacità e vigore in liquori dolci come il Vermouth ebbe immediatamente successo. Negli anni ’50 furono lanciati slogan e cartelloni incentrati sulla versatilità di questo distillato destinato a diventare uno degli alcolici del futuro in tutto il mondo. Una nota immagine ritraeva un invitante cocktail, frutto dello sposalizio tra Martini secco e Vodka, con l’imponente piramide di Cheope sullo sfondo. Altre sfruttavano note star del cinema per pubblicizzare la bevanda. La tradizione di associare la vodka a monumenti e volti celebri è sopravvissuta fino a oggi; basti pensare alla Smirnoff effigiata vicino alle colossali statue antropomorfe dell’isola di Pasqua o alla Statua della Libertà. Il messaggio è chiaro: è un drink internazionale senza tempo e senza spazio. La Vodka, come detto, può essere ottenuta da differenti materie prime ricche di zucchero o amido in modo tale da poterne permettere la fermentazione. Una volta fermentata vengono eseguite varie distillazioni: con questo processo si portano il grado alcolico e il livello aromatico alle soglie desiderate. Per eliminare i sentori sgraditi, infine, si filtra il distillato per ottenere un prodotto neutro utilizzando carbone attivo oppure polveri di diamante, farine fossili, ecc. A volte, piuttosto che filtrare, si preferisce effettuare un numero maggiore di distillazioni per permettere di avere come risultato un alcool etilico che mantenga anche degli aromi caratteristici. Dopo questi processi si eseguono allungamenti con acqua, che può essere piovana, distillata, o sorgiva, dando vita alla Vodka. Si usa dividere la Vodka in due grandi categorie: la Vodka pura e quella aromatica. Restano gli ingredienti utilizzati, perciò, i fattori che contribuiscono maggiormente a donarle il gusto e l’aroma caratteristici. Conoscere i prodotti da cui ha origine è quindi fondamentale per poterla apprezzare nel modo migliore: Cereali, la segale è il cereale tradizionalmente usato nella produzione della Vodka, soprattutto nell’Europa orientale. In Russia il suo utilizzo fu quasi esclusivo fino al 1870, in seguito l’uso di altri cereali e prodotti vegetali come le patate divenne sempre più frequente, particolarmente in periodi di crisi economica. La segale, il cui maggior produttore è la Polonia, anche se miscelata nel primo mosto con altri cereali come il frumento, l’avena e l’orzo, rimane l’ingrediente principale delle migliori qualità di Vodka russe che presentano un aroma gentile, dolce e delicato e un gusto unico. Altrove il Grano, più economico e diffuso, ha ormai preso il posto della segale. Le qualità di grano migliori, provenienti dal Nord America e dall’Europa occidentale, si scompongono facilmente, consentendo un rapido processo di trasformazione degli amidi complessi in zuccheri fermentabili. Queste varietà consentono ai distillatori di ottenere alti livelli di purezza, un requisito molto ambito; Patate, sebbene considerate un ingrediente di seconda categoria, sono utilizzate da secoli in molti paesi dell’est, come in Ucraina. Esse presentano, infatti, alcuni svantaggi: consentono una resa inferiore rispetto ai cereali, da una tonnellata di patate si ottiene il 30% in meno di Vodka rispetto allo stesso quantitativo di grano, la separazione nei suoi costituenti è più difficile e, durante la fermentazione, vengono rilasciate sostanze di scarto complicate da rimuovere nel processo di rettificazione dell’alcool. La Vodka a base di patate, perciò, risulta più pesante e ha un sapore più intenso e complesso rispetto quella a base di grano. Oggigiorno, tuttavia, i progressi nel campo dell’agronomia e della distillazione hanno permesso di ottenere buone qualità di Vodka, gradite soprattutto da chi apprezza i gusti forti. Acqua, costituisce il 60% del liquido contenuto nella maggior parte delle bottiglie di Vodka, viene addolcita riducendo i Sali disciolti contenuti, dovrebbe contenere meno di 0,0042g di Sali disciolti ogni 1,2l per essere pura come l’acqua distillata. Questo processo viene realizzato incanalandola in deionizzatori e pompandola poi attraverso carbonio attivo o strati di sabbia per purificarla ulteriormente. In passato, in mancanza di queste tecniche, l’acqua distillata era molto usata, sebbene producesse una Vodka più opaca e dal sapore meno brillante. La fase descritta è fondamentale per la realizzazione di una buona Vodka poiché l’aggiunta di acqua inquinata o non perfettamente pura al distillato rettificato ne compromette l’aroma e il sapore delicato e ne intorbidisce l’aspetto trasparente: alcuni materiali, come esempio il ferro, cambiano colore a contatto con l’acqua deteriorata alterandone la tonalità e, di conseguenza, facendo lo stesso col distillato a cui viene addizionata.